Se l'EDUCATORE è CONTENTO allora ...

Se l'educatore è contento
lavora con maggior entusiasmo.


Se è entusiasta
si lascia "illuminare" dagli spunti del contesto.


Se si lascia "illuminare" dagli spunti del contesto
riuscirà a far leva su elementi modificatori.


Se farà leva su elementi modificatori

probabilmente il risultato finale
non corrisponderà alle ipotesi iniziali

ma risulterà


diverso .......
NUOVO!!!!!!!!!!!!
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"...non si impara dalla tecnologia, come non si impara dall'insegnante. Si impara attraverso il pensiero: pensando a cosa si sta facendo o alle cose in cui si crede, a cosa altri hanno fatto o sulle cose in cui altri credono, pensando al processo che il pensiero svolge. Il pensiero media l'apprendimento. L'apprendimento è il risultato del pensiero". (D. Jonassen - professore di Instructional Systems alla Pennylvania State Universisty, 2005)





sabato 15 dicembre 2012

https://www.facebook.com/mariaraffaella.cavalli?ref=tn_tnmn#!/pages/dislessia-e-discalculia-per-chi-vede-il-mondo-con-occhi-diversi/263016587044548?fref=ts

SU DSA E DISCALCULIA
un aiuto al sorriso:
SE LA VITA NON TI SORRIDE, FALLE IL SOLLETICO


https://www.facebook.com/home.php#!/pages/Se-la-vita-non-ti-sorride-falle-il-solletico/203912453027929


LO RIPETO: QUESTA E' LA SINERGIA DI CUI ABBIAMO BISOGNO. CARI DEL PD, COME HA CONSIGLIATO ANCHE PRODI: RINNOVARSI E' LA PAROLA D'ORDINE!!! GRAZIE A COLORO CHE HANNO LAVORATO FINORA, MA ADESSO DEVONO DARE UNA MANO A GIOVANI MENTI. LORO SONO IL NOSTRO FUTURO. E' ORA CHE "I VECCHI" DIVENTINO RADICI E FUSTO PER ALIMENTARE NUOVI GERMOGLI!!!!!!!!!!!! E' COSI' BRUTTA QUESTO MERAVIGLIOSO COMPITO DI DARE VITA A NUOVA "VITA"? MI AUGURO CHE COLORO CHE HANNO ORECCHIE INTENDANO E CHE NON SIANO DIVENUTI TUTTI SORDI, VISTA LA LONGEVITA'!!!!!!!!!!!!!!!


dati ISTAT
10 ITALIANI SU 100 NEL 2001 NON HANNO TITOLO DI STUDIO
1/4 HANNO LA LICENZA ELEMENTARE
30% LICENZA MEDIA INFERIORE
25% SONO DIPLOMATI
7,1 LAUREATI
QUINDI
SOLO IL 32% DELLA POPOLAZIONE HA UN'ISTRUZIONE ADEGUATACHE PERMETTE LORO DI COMPRENDERE UN LINGUAGGIO COMPLESSO COME IL "POLITICHESE" (E POI NON TUTTI CE LA FANNO).
QUINDI SU 59.5 MILIONI DI PERSONE, 19.040.000 DI PERSONE SI PRESUME POSSIEDANO DELLE CAPACITA' E COMPETENZE PER PENSARE CON LA PROPRIA TESTA.
ORA: 17 MILIONI DI VOTI PDL E 13 MILIONI DI VOTI PD 37.800.000 I VOTANTI NEL 2008
AMMESSO E NON CONCESSO CHE I 19.040.000 VADANO A VOTARE TUTTI,
CIRCA LA META' DEI VOTANTI AVRA' UN GRADO DI ISTRUZIONE INFERIORE AL DIPLOMA DI SCUOLE MEDIE SUPERIORI.
BASTANO QUESTI CONTI PER DIRE CON NON SI DEVONO DISPERDERE I VOTI IN PARTITI E PARTITUNCOLI NATI SOLO DA PROBLEMI DI RELAZIONE CON COLORO CHE LA PENSANO UN PO' DIVERSO DA NOI?
PERCHE' INVECE DI FARCI LA GUERRA, CHE E' POI LA GUERRA TRA POVERI, NON CERCHIAMO DI UNIRE I "DIVERSI CARISMI PER FARE UN UNICO CORPO"? LO CONSIGLIAVA GIA' 2000 ANNI FA UN CERTO PAOLO.
BUONA MEDITAZIONE!!!!!

lunedì 3 dicembre 2012

https://www.facebook.com/#!/mariaraffaella.cavalli


Questa è la sinergia che desideriamo: IL PASSATO ED IL PRESENTE IN COLLABORAZIONE!!!! Credo che dal mettere in comune le rispettive competenze e capacità si possa ottenere un risultato migliore. Obama ha usato un vecchio slogan: il risultato può essere MAGGIORE DELLA SOMMA DELLE SINGOLE PARTI!!!! AUSPICO UNA COMUNE-UNIONE!
Foto
Natalità e mortalità [modifica]
Numero di figli per donna. Elaborazione di dati ISTAT dal 1946 in poi.
A partire dalla metà degli anni novanta la natalità in Italia ha registrato una moderata ripresa, da molti attribuita al tasso di fecondità delle donne immigrate[senza fonte]. Infatti, secondo le previsioni dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) la fecondità in Italia nel 2011 è stata di 1,42 figli per donna[5], ancora molto al di sotto della soglia di 2,1 che permette la costanza della popolazione, ma superiore al minimo di 1,18 figli per donna del 1995. L'aumento riguarda sia le donne italiane che le straniere, coinvolgendo in misura maggiore le regioni settentrionali (1,48 nel 2011) rispetto a quelle del Centro (1,38) e del Mezzogiorno (1,35).
Il tasso di natalità dell'Italia nel suo complesso è stato nel 2011 del 9,1 per mille. A livello regionale, il tasso di natalità più elevato si rileva in Trentino-Alto Adige (10,3 per mille) seguito a breve distanza dalla Campania (9,9) e Lombardia (9,7). Al quarto posto si colloca la Valle d'Aosta (9,6 per mille) seguita da Sicilia, Lazio, Veneto ed Emilia Romagna (tutte con 9,4). I valori più bassi si registrano invece in Liguria (7,3 per mille), Molise (7,6) e Basilicata (7,7[6].
Il 13,9% delle nascite avvenute nel 2010 ha riguardato bambini stranieri.[7][8].
Il tasso di mortalità nazionale è del 9,7 per mille. La regione con il valore più alto è la Liguria (13,3‰), seguita da Friuli-Venezia Giulia (11,5‰), Toscana e Molise (entrambe 11,1‰). I tassi più bassi si riscontrano in Trentino-Alto Adige (8,2‰), Puglia e Campania (entrambe 8,7‰)[6].

Movimento naturale della popolazione [modifica]

AnnoPopolazione
1º gennaio
NasciteTasso di
natalità in ‰
Tasso di
fecondità[9]
MortiTasso di
mortalità in ‰
194645.540.0001.036.09822,73,01544.97311,9
194745.910.0001.011.49022,02,89520.89711,3
194846.210.0001.005.85121,72,83486.39210,5
194946.552.000937.14620,12,62482.09710,3
195046.914.000908.62219,32,50452.0889,6
195147.295.000860.99818,22,35481.91110,2
195247.540.154863.66118,12,33484.47010,1
195347.792.434860.34517,92,31484.52710,1
195448.121.059881.84518,32,35445.9029,2
195548.476.568879.13018,02,33449.0589,2
195648.788.971884.04318,12,33499.50410,2
195749.051.924885.81218,02,33483.5589,8
195849.310.541888.36118,02,31459.3669,3
195949.639.684910.62818,32,38454.5479,1
196050.025.501923.00418,32,41480.8489,5
196150.373.901924.20318,32,41460.0099,1
196250.698.800945.84218,62,46503.1069,9
196351.060.100978.14319,12,55514.00010,0
196451.443.9001.035.20720,02,70488.6019,5
196551.906.8001.017.94419,52,66516.9229,9
196652.317.900999.31619,02,63493.5629,4
196752.720.100962.19718,22,53507.8459,6
196853.080.900944.83717,72,49530.73810,0
196953.390.601949.15517,72,51530.3489,9
197053.685.301917.49617,02,43528.6229,8
197153.958.400911.08416,82,41515.3189,5
197254.188.580893.06116,42,36518.0209,5
197354.574.113887.95316,22,34544.4619,9
197454.928.701886.31016,12,33532.7539,7
197555.293.037841.85815,12,21556.01910,0
197655.588.966806.35814,42,11556.1439,9
197755.847.553757.28113,51,98547.0119,7
197856.063.271720.54512,81,87539.6859,6
197956.247.019682.74212,11,76541.8259,6
198056.388.481657.27811,61,64559.3769,9
198156.479.287628.11311,11,59540.7649,5
198256.524.064634.79411,21,56537.7849,5
198356.563.031612.93610,81,51563.8079,9
198456.565.118597.56010,51,46535.6619,4
198556.588.319589.23310,41,42549.5299,7
198656.597.823561.9729,91,35545.1899,6
198756.594.488560.2659,81,33534.9939,4
198856.609.376577.85610,21,36537.5459,4
198956.649.201567.26810,01,33531.5579,3
199056.694.360580.76110,21,33544.3979,5
199156.744.119556.1759,81,31547.1319,6
199256.757.236575.21610,11,31545.0389,5
199356.960.300552.5879,61,27555.0439,7
199457.138.489536.6659,31,22557.5139,7
199557.268.578526.0649,11,18555.2039,6
199657.332.996536.7409,31,19557.7569,7
199757.460.977540.0489,31,21564.6799,8
199857.563.354532.8439,21,21576.91110,0
199957.612.615537.2429,31,22571.3569,9
200057.679.895543.0399,41,24560.2419,6
200156.915.744535.2829,31,25548.2549,6
200256.993.742538.1989,41,26557.3939,7
200357.321.070544.0639,41,29586.46810,2
200457.888.245562.5999,71,33546.6589,4
200558.462.375554.0229,51,32567.3049,7
2006[10]58.751.711560.0109,51,35557.8929,4
2007[11]59.131.287563.9339,51,36570.8019,6
2008[8]59.619.290576.6599,61,42585.1269,8
2009[12]60.045.068568.8579,51,41591.6639,8
2010[12]60.340.328561.9449,31,41587.4889,7
AnnoPopolazione
1º gennaio
NasciteTasso di
natalità in ‰
Tasso di
fecondità
MortiTasso di
mortalità in ‰
Piramide delle età per l'Italia [modifica]
La cosiddetta piramide delle età della popolazione italiana mostra una forte erosione alla base tipica della maggior parte delle Nazioni sviluppate, assumendo quella che viene chiamata forma a trottola. Questo fenomeno, ovvero l'invecchiamento della popolazione, è dovuto alla diminuzione del tasso di natalità e al contemporaneo aumento della capacità di sopravvivenza e quindi della speranza di vita (con la conseguenza apparentemente paradossale dell'aumento del tasso di mortalità, che in realtà aumenta proprio perché la popolazione invecchia).
Le fasce di popolazione più numerose sono quelle degli italiani nati durante il boom demografico degli anni sessanta.
Abitanti censiti (in migliaia)
Stranieri residenti censiti (in migliaia)

(da Wikipedia)
riferimenti sul numero votanti in Italia

http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2011_in_Italia

I referendum abrogativi del 2011 si sono tenuti in Italia il 12 e 13 giugno 2011.[1]
L'elettore ha avuto la facoltà di votare per uno o alcuni dei quesiti referendari. Affinché ciascuno dei quattro referendum fosse valido, era richiesta la partecipazione al voto, per il rispettivo quesito, del 50% più uno degli aventi diritto. Con la maggioranza di SÌ sono state abrogate le norme sottoposte a referendum. Se avesse ottenuto la maggioranza il NO, sarebbero rimaste in vigore le norme oggetto del quesito.
Gli elettori chiamati al voto erano 47.118.352 (22.604.349 di sesso maschile e 24.514.003 di sesso femminile), più 3.300.496 elettori residenti all'estero. Il quorum da raggiungere per la validità della consultazione era del 50% più uno degli aventi diritto, cioè 25.209.425 elettori, quorum poi raggiunto con il totale del: 54,81% (primo quesito), 54,82% (secondo quesito), 54,79% (terzo quesito), 54,78% (quarto quesito) dei residenti in Italia e dei residenti all'estero.[1]

(Da Wikipedia)

Con 60.626.442 di abitanti (al 1º gennaio 2011)[1], l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Francia e Regno Unito) ed il 23º al mondo. Il Paese ha, inoltre, una densità demografica di 200,03 persone per chilometro quadrato, più alta della media europea.[2]
All'indomani dell'Unità, la popolazione italiana ammontava a poco più di 22 milioni. La crescita della popolazione fu abbastanza lenta negli ultimi decenni dell'Ottocento anche a causa dell'elevato numero di persone che emigravano all'estero. Nel Novecento, fino agli anni settanta l'aumento demografico fu invece più sostenuto e, a differenza della Francia, le perdite umane delle due Guerre mondiali non incisero molto. La popolazione italiana, tuttavia, è rimasta sostanzialmente invariata tra il 1981 e il 2001 (crescita zero), per poi riprendere ad aumentare nel primo decennio del III millennio, soprattutto per via dell'immigrazione.
Secondo le ultime rilevazioni dell'ISTAT al 1 gennaio 2011 i giovani fino a 14 anni di età sono 35.000 in più rispetto all'anno passato e rappresentano il 14% del totale. Le persone con oltre 65 anni d'età risultano in aumento di 95.000 unità e ormai rappresentano 1/5 della popolazione.[3] Anche i cittadini stranieri sono in costante aumento e costituiscono il 7,5% del totale[4]. Sotto il profilo demografico l'Italia si conferma uno dei paesi con il più basso tasso di natalità al mondo; nel 2011 il numero medio di nascite per donna è stimato a 1,42, di poco superiore all'1,41 del 2010. La fecondità è dunque in una fase di assestamento. Si mantiene superiore a quella della metà degli anni '90, in cui si toccarono i minimi storici, ma ancora non ha raggiunto il livello considerato ottimale per una popolazione, ovvero il livello di sostituzione delle coppie, pari a circa 2,1 figli per donna.